La discoteca del terzo orecchio
Philip Glass | Koyaanisqatsi |
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Colonna sonora di un film senza dialoghi e narrazione di Godfrey Reggio sull'incombente disastro ecologico. Qualcosa di diverso da un film inteso in senso tradizionale, un'opera non convenzionale dove immagini e musica sono creati insieme per descrivere una visione apocalittica del rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Suoni lenti e gravi volano su canyon e praterie per trasformarsi in allucinate frenesie di tastiere nei paesaggi metropolitani. Un fluido continuo sonoro realizzato con melodie costruite sulla ripetizione e l'alternarsi di brevi porzioni ritmiche. Un vortice di note affascinante e ipnotico che sarà poi recuperato in tante sigle e spot. Classificato come minimalista, Glass è semplicemente un grande compositore contemporaneo, con un numero incredibile di partiture, tra le quali 18 opere, 6 sinfonie, un'infinità di colonne sonore e persino un jingle di tre note su commissione della Swatch. Per molti Glass (assieme a Nyman) è il ponte per attraversare il confine che separa la musica colta da quella popolare. Sempre che quel confine davvero esista. Sintetica biografia su repubblica.it |