La discoteca del terzo orecchio
My Bloody Valentine | Loveless |
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Immaginate tutta la sezione degli archi di un'orchestra sinfonica e sostituitela con chitarre. Strati di campionamenti, un basso pulsante, un muro di chitarre riverberanti, sgranate, liquefatte che innalza un'architettura di suoni onirici. Onde sonore avvolgenti e armonie vocali celestiali e psichedeliche che incantano trascinando in un vortice apparentemente senza fine. Qualcuno ha detto: come sentire Debussy dal fondo di una galleria del vento. Loveless è il punto finale del percorso musicale dei My Bloody Valentine, il loro capolavoro dopo una lunga fase di esperimenti e ricerca sul suono elettrico in diversi minialbum precedenti. Dopo più niente, il gruppo si scioglierà, e del resto è giusto così. Di un disco pazzesco e unico come questo non possono esistere cloni ed epigoni. Curioso che i castelli sonori di Loveless, capaci di stordire, scenografici ed impressionanti, non siano mai stati ripescati. |