I Peanuts chiudono il 13 febbraio del 2000. I personaggi dei cartoni non invecchiano. I loro autori invece si. Schulz, il creatore delle "noccioline", gravemente ammalato poco prima della morte ha decretato la fine della saga con la pubblicazione delle ultime strisce rimaste nel cassetto. Nessuno potrà proseguire. Decisione saggia, anche se sconfortante per i milioni di lettori. I meccanismi del mondo dei Peanuts sono complessi e delicati, solo il loro papà avrebbe potuto tirare i fili dei protagonisti. La vita, come dice Lucy in uno dei tormentoni della striscia, è un pallone che ci illudiamo di calciare senza mai prenderlo. E Charlie Brown non riuscirà mai a colpire la palla ovale. A differenza dei paperi e topi di Disney, la cui immortalità è affidata ai disneyfici sparsi per il mondo, i piccoli di Schulz vivranno così nella memoria di tutti. |
A differenza di altri fumetti colti, i Peanuts affascinano
sia i grandi più esigenti che i piccoli lettori candidi. Spesso il lato
comico viene completamente trascurato a favore di trovate
letterarie, aforismi, piccole chiuse surreali, citazioni. Hanno conquistato
il mondo grazie all'universalità dell'infanzia, l'acutezza psicologica,
l'umorismo raffinato, la sottile ironia, il disegno buffo ed espressivo,
la capacità di regalare momenti di poesia senza essere mai melensi. |