Giallo, rosso, blu, verde, rosa, ocra, tinte allegre e nette, decise,
squillanti, racchiuse dentro geometrie elementari, linee mediane, tangenti,
semicerchi, elissi, triangoli e quadrati, incastrati, tagliati e animati
assieme. È un mondo ricostruito da Giuseppe
Scapigliati, un Geppetto dell'era informatica, immaginato proprio
come potrebbe un autore che di giorno si guadagna da vivere come grafico
e lavora con le forme bidimensionali.
La storia di Vincenzina nasce come una possibile
favola marginale moderna, una delle tante sommerse. Un computer Mac dimenticato
in un angolo di una stanza viene riportato in vita per funzionare da bottega
artigiana delle forme. Una compagna di vita, Lucrezia
Dei, regala un'idea per dare uno spirito a quelle forme, inventando
un paio di personaggi e un mondo semplice attorno. Nasce così una
comic strip coloratissima e silente, costruita con strumenti insoliti,
decisamente fuori dalla tradizione. Niente carta, matite e inchiostro,
nemmeno la evoluta e tecnologica tavoletta grafica, ma un mouse pilotato
con fantasia che intaglia, pialla e dipinge dentro un programma familiare
ai grafici professionisti come Illustrator.
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